PULCINI 2001: JCC VERSUS ACCADEMIA CALCIO TERNI

 

L’essere umano ha tantissime sfaccettature emozionali.

Le emozioni sono stati mentali e fisici legati a stimoli esterni od interni. Si differenziano dai sentimenti perché questi ultimi hanno una maggiore e più stabile durata, ma anche una minore forza, per così dire, espressiva. Infatti all’emozione si associano anche una serie di modificazioni facciali, sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, tensioni muscolari.

Le emozioni primarie sono suddivise in quattro coppie: rabbia e paura,  tristezza e gioia, sorpresa e attesa, disgusto e accettazione.

Dalla combinazione delle emozioni primarie derivano altre forme di emozione, chiamate secondarie: allegria, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono, offesa, nostalgia, rimorso, delusione, allarme, attrazione, sottomissione, ottimismo, aggressività, disprezzo, consenso/assenso, condivisione.

Ognuna di queste emozioni poi si può suddividere e mescolare in altre sotto-categorie la cui differenziazione è una sottilissima sfumatura. Siamo una fucina di emozioni le cui gradazioni sono maturate e cresciute nel corso di milioni d’anni di evoluzione. E non è detto che non ne nascano di nuove. Pensate a due emozioni derivate della condivisione: compassione e pena. Una è un sentimento di partecipazione alle sofferenze altrui in cui prevale la parte attrattiva, l’altra è sempre lo stesso sentimento, ma nella pena prevale il lato spregiativo perché in essa interviene un’emozione primaria: il disgusto. Nella pena c’è una piccola percentuale di disgusto, nella compassione c’è un po’ di attrazione.

Si potrebbero citare decine di esperienze emotive, i cui significati si equivalgono in tutto eccetto che per una maggiore/minore preponderanza di emozioni primarie o secondarie.

Prendiamo un sentimento comune a tutti: la gelosia. Essa può assumere le più disparate forme a seconda dell’intervento di un’emozione primaria o secondaria. Perciò avremo la possessività(gelosia+attrazione), il sospetto (gelosia+allarme), il timore (gelosia+paura), il risentimento (gelosia+rabbia).

Ci sono più sfumature nella gelosia che tinte per capelli nei laboratori Garnier.  Donne, la prossima volta che andate dalla parrucchiera chiedetele il numero di colorazioni in commercio e fuori commercio. Il numero totale non raggiungerà mai le sfumature di una qualsiasi emozione. Uomini, la prossima volta che pensate a quante ragazze avete avuto o avreste voluto avere, sommate i due numeri. Il totale non sarà nemmeno avvicinabile ad una sola sotto-categoria.

 

Mi sono fatto un test. Ho provato a sentire quante emozioni primarie, secondarie e sotto-categorie entrano in ballo nel mio corpo quando scende in campo lo JCC. Avete trequarti d’ora di tempo per leggerle tutte? Sono così tante, ed è così complicato capirne le sottili differenze che dovrei affidare a William Shakespeare, uno che di emozioni se ne intende, il compito di precisarle e riportarle su carta.

E poi io sono solo uno spettatore. Non oso immaginare il trambusto interno di mister Puccilli. Immagino che dentro abbia un battaglione, il cui ufficiale superiore si chiama Aggressività e quello in seconda  Speranza. Secondo me ha più emozioni il mister durante la partita che parolacce il vocabolario di un maremmano.

Oggi contro l’Accademia di San Valentino abbiamo pareggiato, ma avremmo potuto vincere con molti gol di scarto se fossimo stati più reattivi. Era una squadra da battere assolutamente perché ci aveva già castigato quest’inverno. Invece dopo un primo tempo dominato e vinto, ci siamo seduti sugli allori facendoci rimontare dagli avversari.  Il mister non l’ha presa bene e dopo la partita ha catechizzato severamente i nostri pulcini che sono scesi in campo con questi 2001: Filippo “JamesBond” Brogelli, Andrea “Trincea” Cestone, Gabriel “Pittbull” Cicogna Federico “Garrincha” Onofri, David “Classe A+” Massaccesi (1gol) e Elia “Bolt” Picciolini (2 gol). Tanti anche i 2002: Tommaso”Ognidove” Bocci,  Antonio “MiniMaxi” Angelino, Kevin “Speedy” Gjoni(1 gol) e Daniele “Leopard” Scaramuccia.

A proposito dei rimproveri di fine partita non so che dire. Non so, cioè, se sia più giusto esacerbare l’ aspetto competitivo o lasciare che ci si diverta, che si giochi al pallone privilegiando l’aspetto prettamente ludico. Da una parte dico che hanno solo 11 anni, dall’altra dico che questa è una generazione di semi-viziati. E se si vuole continuare in uno sport competitivo come il calcio tanto vale impegnarsi allo stremo delle proprie possibilità. Sarà una palestra per la vita.

 

E loro? Cosa provano i nostri piccoli pulcini quando calcano i verdi rettangoli di gioco? In loro molte emozioni non si sono ancora sedimentate; diciamo che hanno una gamma emotiva ristretta, senza sfumature, ma solo a livello percettivo, perché nella profondità del loro animo albergano già angeli e demoni, estate e inverno, Ade ed Eden.

Sarà nostra responsabilità orientarli verso i (non molti)argomenti salubri dell’esistenza.

Forza ragazzi!

 

 

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