JCC VERSUS “LA TERNANA”
Nel 1997 comprai un disco appena
uscito che poi si è rivelato uno dei migliori album di tutti i tempi. Il disco
in questione era “OK COMPUTER” dei Radiohead. Rimase nelle classifiche mondiali
per non so quanti anni e da lì germogliò quel seme che fece diventare i
Radiohead una grande band di culto. Io lo avrò ascoltato almeno millecinquecento
volte.
L’ultima proprio ieri sera; non appena il disco ha iniziato a suonare mi
sono reso conto che erano passati 15 anni da quell’uscita, ma a me sembrava
solo qualche mese.
Oggi abbiamo affrontato la
squadra più temuta (e io dico più forte) del campionato Pulcini 2001: la
Ternana o Giorgio Taddei.
Questa volta ho percepito
anche negli altri genitori una sorta di paura interna, di timore misto a
rassegnazione. Il timore di sottoporre i propri figli ad un compito più grande
di loro e la rassegnazione che niente avrebbe potuto cambiare l’ordine delle
cose. Ebbene il campo ha detto che lo JCC se la gioca con tutti. A parte il
risultato finale che ci ha visto soccombere per un solo gol di scarto a tempo
(mentre io ne prevedevo quattro), ma quello che mi ha più colpito nei ragazzi è
la voglia di aiutarsi, di combattere, di non recriminare sugli errori altrui,
di non partire battuti con nessuno, in altre parole la voglia di essere
squadra.
Grandissime le prove di
Simone “The Bank” Federici, Andrea
“Trincea” Cestone, David “Classe A+” Massaccesi e Elia “Bolt” Picciolini, questi
ultimi due autori di due gol di rara bellezza.
Ma grandi sono state anche le prove di Filippo “JamesBond”
Brogelli, Alessandro “Doppiamandata” Fiorani, Gabriel “Pittbull” Cicogna, Federico
“Garrincha” Onofri, Kevin “Speedy”
Gjoni. Il mister Domenico “Zeman” Puccilli poi ha urlato, incitato,
fomentato, aizzato, incoraggiato, rimproverato, raccomandato e sollecitato che
a me è parso un ibrido tra un predicatore, un piazzista ed un arrotino. Insomma, una grande e compatta squadra sicuramente
foriera di altri comportamenti eroici.
Ma
che cosa c’azzecca il discorso iniziale sul tempo? E’ presto detto. A fine
partita quando i nostri pulcini sono usciti dal campo, ho voluto guardare da
vicino le loro facce. Ho percepito soddisfazione, stanchezza, sana rabbia e
felicità. Non erano facce da bambini e nemmeno facce da ragazzo. Erano facce in
divenire.
Quando
è passato mio figlio ho scattato mentalmente un fotografia. Il tempo cancellerà
la faccia che gli ho visto stasera. Non voglio dimenticarla e caldeggio
vivamente tutti voi genitori a non farlo. Tra pochissimi anni saranno
adolescenti e cominceranno a pretendere le loro libertà: non verranno più al
mare con noi, parleranno del papà e della mamma come fossero pezzi di
antiquariato e forse ci risponderanno anche male. Io l’ho fatto.
Il
tempo passa in fretta che tu sia farfalla o vongola; guarda tuo figlio ora,
ascolta quello che ha da dire. Non sarà mai più così.
0 commenti:
Posta un commento