IL GIOCATORE.


Si sa che il gioco è un vizio speciale,

è un fuoco che arde, una gioia infinita,

ma più di una volta ti rovina la vita

e rende il suicidio un atto ufficiale.

 

Non brucia i polmoni come il tabacco,

non rende dementi come il bicchiere,

ma son rare le notti, se ti dice sedere,

salire in tassì con in tasca un bel pacco.

 

Un amico che so un gran giocatore,

l’ho visto per caso in mezzo alla piazza;

si dava del tu con una ragazza

che era più bella del mare e del sole.

 

L’ho preso in disparte, gli ho detto: ”Vince’… ”

lui mi ha preceduto: “L’ho vinta alle carte,

se non avessi mai perso avrei già da parte

un harem, lo giuro, tutto per me!”
 
 

 

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